Ex post: il sogno del giorno dopo!

Ex post: il sogno del giorno dopo!

Avevo pensato di scrivere queste poche righe dopo la celebrazione eucaristica (qui puoi leggere l’omelia) che Papa Francesco presiederà nella Basilica di San Pietro per ringraziare per il dono della vita consacrata alla Chiesa e al mondo intero.

Un programma che è cambiato in modo brusco dopo che il virus è entrato nel mio corpo e nella mia famiglia!

Non posso così condividere le sensazioni, le emozioni, i passaggi di fede sempre nuovi che, ogni anno, mi regala la partecipazione a quella messa nella quale porto con me tante persone, tanti volti, tanti mondi incontrati in questi venti anni di servizio nel Dicastero per la vita consacrata ma posso comunque condividere il sogno di oggi, abitato da quelle stesse persone, da quei volti, da quei mondi.

Così anche questa malattia, inattesa, assurda e pericolosa, molto più per la mamma anziana che per me, è diventata una occasione per toccare ancora una volta che non sono i luoghi a parlare alla nostra fede ma è la vita perché il nostro è un Dio che, per amore, ha fatto della nostra vita il suo luogo di incontro.

Quante vite e quanti volti esprimono questo incontro!

Quante forme di vita consacrata: claustrali, religiosi, secolari, eremiti, vergini consacrate, nuovi istituti società di vita apostolica, quanti carismi…antichi, contemporanei, futuri!

E che strano è osservare che molto spesso ciascuno è convinto che sia la propria vita la propria comunità, la propria forma di vita, quella che narra esclusivamente l’amore…inenarrabile!

Siamo proprio piccoli e quel che è peggio a volte siamo piccoli e presuntuosi… un tesoro grande ricevuto, un Amore incontrato invece di essere una ricchezza da condividere pensiamo di farlo diventare solo e tutto nostro, tanto da farne motivo di esclusione, di giudizio e pregiudizio.

Signore allontana da noi la tentazione dellio;

continua a ripeterci nei tanti modi che tu conosci che con Te esiste solo il noi perché tu sei il Noi.

Chi vive con Te non può che vivere il noi dell’amore, per amore e con amore.

Così il mio sogno in questo 2 febbraio è che ogni consacrato, ogni consacrata si senta parte della grande famiglia che è l’umanità, che non lasci nessuno fuori, nessun ambito, nessuna nazione, nessun mestiere, nessun credo, che senta vicino, che senta fratello, sorella ogni lontano della sua vita.  

Perché ne abbiamo di lontani, nelle stesse comunità vocazionali, nella Chiesa, nella società, tra uomini e donne, tra chi non la pensa come noi, tra chi vive dall’altra parte del mondo, tra i poveri che non vediamo passandogli accanto, tra differenti generazioni: quanti nomi quanti volti ciascuno può dare ai suoi lontani.

È un esercizio che ci farebbe bene: incrociare i volti o anche solo pronunciare i nomi dei nostri lontani e desiderare di scoprirci tutti fratelli.

Che il giorno dopo la festa ci trovi desiderosi di continuare il nostro servizio, la nostra missione, la vita quotidiana e ordinaria come il luogo dell’incontro con Dio, il luogo in cui l’amore inenarrabile riesce ad esprimersi e svelarsi  ogni giorno di più attraverso le nostre vite e nelle nostre vite.

Guidami Tu, luce gentile è il canto che ogni 2 febbraio risuona nella Basilica di San Pietro e, tante volte, guardando quei volti che con la fiaccola in mano rivolgono con fede questa invocazione a Dio, al nostro Dio, ho pensato che proprio nel momento in cui lo chiediamo, noi stessi diventiamo per la Chiesa e per l’umanità intera i portatori di quella luce a cui ci affidiamo.              

Così mentre ripenso alla vita consacrata che a volte sembra avere solo nostalgia di un Dio solo “mio” o solo “nostro”, sogno una vita consacrata espressione dell’abbraccio di Dio per ogni suo figlio e per ogni sua figlia, per ogni mio fratello e per ogni mia sorella.

dott.ssa Daniela Leggio

Capo Ufficio

Congregazione per IVC e SVA